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ComPa 2007
Intervento al Compa 2007 Bologna - podcast
Esperienze del territorio - Compa 2007 (pdf)
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Furono intervistati con pazienza e attenzione i popolani che durante il fascismo erano stati minacciati, picchiati, perseguitati. Erano uomini buonissimi, a quel tempo già piegati, per i tanti anni di solitudine, dal tavolo dell'osteria; erano più anarchici che comunisti; erano avvolti in caldi affetti, in ricordi che solo loro conservavano, forse un poco anche innamorati di loro stessi, certamente orgogliosi di essersi conservati adamantini; ignoravano cosa fosse una cultura politica, avevano resistito perchè aggrappati all'unica elementare saggezza: che gli uomini sono fratelli.
Il Clandestino di Mario Tobino - Club degli Editori Milano


Per informazioni su questo sito scrivete a: a.bon6iorni@gmail.com





Il Dott. Rinaldo Laudi (Dino)
A Rompeggio (una frazione di Ferriere) c'è molta neve, è il 6 gennaio 1944. Dino e i suoi compagni sono al sicuro, anche se Dino al sicuro non lo era stato proprio mai. Con quel suo continuo gironzolare per la provincia, incurante di correre gravi pericoli, per andare a curare partigiani e non, feriti e ospitati in casa di qualche famiglia o nascosti in rifugi di fortuna.
Dino curava i malati di cinque infermerie sparse per il territorio: Pentima di Groppo Arcelli, Scarniago, Bocchè di Mezzano Scotti, Rocca Pulzana di Pianello Valtidone e Pecorara insieme con altri medici (Ricci Oddi, Mezzadri, Bartoli, Nani, Torre, De Luca). Dino curava anche i malati che aveva fatto trasportare al Preventorio di Bramaiano di Bettola. Quel giorno qualcuno gli disse che Pietro Inzani (Aquila Nera) era ferito gravemente dopo un combattimento e che era nascosto da una famiglia a Canadello di Ferriere. Il Dottor Laudi non esita, parte a piedi con un metro di neve per raggiungere e curare il compagno a Canadello.
Non sappiamo se sia mai riuscito a incontrare Inzani per prestargli le prime cure, perchè viene catturato dai fascisti e portato a Bettola.


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Medarda Barbattini (Medina)
Medina li sentì dire «È robusta, resisterà» ed ebbe una paura folle di non poter sopportare le torture e di tradire quindi i propri compagni.
Sui tavoli della questura vedeva le «sette lingue» una frusta di cuoio bagnata con tanti nodi che serviva agli aguzzini a «persuadere» le vittime.


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Giovanni Molinari
Giovanni Molinari e Carlo sono due fratelli, figli del vecchio Sindaco socialista di Fiorenzuola; hanno passato la giornata a salutare alcuni loro compagni socialisti che hanno deciso di emigrare in Francia non potendone più delle minacce dei fascisti. I due fratelli si fermano in un locale di Fiorenzuola e fanno una cantata in compagnia davanti ad un bicchiere di rosso. All'uscita trovano un gruppo di fascisti armati...


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Amianto
A Novara, Torino, Genova, La Spezia, Mestre, Terni, Taranto. Ovunque, sempre in periferia, senza mai vedere le cattedrali e le strade acciottolate dei centri storici. Respirerà benzene, il piombo gli entrerà nelle ossa, il titanio gli intaserà i pori e una fibra d'amianto si infilerà nei suoi polmoni.

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Irma Bandiera (Mimma)
La sua famiglia non sapeva neppure che lei era diventata militante GAP, staffetta e combattente
Il 7 maggio 1944 fu arrestata dai fascisti. La trovarono con addosso documenti cifrati, aveva appena portato armi alla base di Castelmaggiore. I compagni partigiani seppero che era stata catturata e dovevano decidere se abbandonare i loro rifugi, ma poi restarono dov'erano. Uno di loro disse: - la conosco, la Mimma non parlerà

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La chiamavano Stalingrado d'Italia
Nei nostri giorni, con una classe dirigente alla quale non è rimasto più nulla per vergognarsi, leggere queste pagine è un viaggio nella memoria, il viaggio in un era quasi epica nella quale trovano ancora posto sindacalisti eroici e incorruttibili, parroci e lavoratori uniti nella solidarietà. In un brano dell'apertura del libro è scritto:

Il racconto che qui si svolge è di parte. La memoria comune a tutti e condivisa da tutti è un inganno colossale nella società duale dei dominanti e dei sottoposti. (...) e senza conflitto non c'è né rispetto né libertà, né democrazia né emancipazione.
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Manfredo Bertini
Storia di un genio, un tecnico della fotografia che ha creato brevetti per la cinematografia, che ha lavorato con il grande Monicelli che si è fatto paracadutare a Pecorara dalla sua terra e qui ha perso la vita per la libertà

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