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Giovanni Lazzetti - Il Ballonaio

A Borgonovo Val Tidone il 16 gennaio 1920 nasce uno dei personaggi italiani più mitici nell'ambito della Resistenza.
Si chiamava Giovanni Lazzetti ma lo chiamavano Il Ballonaio perchè suo papà aveva un banco di giocattoli e vendeva i palloncini. E' stato un incubo per i fascisti ed i tedeschi, tanto che, quando lo catturarono il carcere si riempì per tutta la notte di fascisti che andavano per vedere il mitico Ballonaio, all'inizio per deriderlo e insultarlo, ma poi gli chiedevano come aveva fatto a scappare quella certa volta, dove fosse stato quella certa sera. I repubblichini gli rievocavano le sue azioni in un clima quasi da osteria, e lui rideva e scherzava con loro tutta la notte ben sapendo che poi al mattino l'avrebbero fucilato. Il ballonaio ha fatto cose incredibili e anche da pazzo incoscente. Un suo compagno disse che lui era il re dell'improvvisazione.
Una volta con i suoi compagni fermò un autocarro sulla Via Emilia che portava ben 800 fucili armi preziose che lui portò ai suoi partigiani. Nell'occasione, fece prigionieri l'autista e gli altri occupanti e poi vide che l'autista aveva un lasciapassare. Non contento sequestrò il lasciapasssare all'autista, si travestì da tedesco con 2 suoi compagni (non sapeva una parola di tedesco) e andò in pieno centro a Piacenza alla Caserma Sant'Anna (passando 3 posti di blocco) e qui si fece consegnare 2 mitragliatrici pesanti, 2 casse di munizioni, 600 coperte, 500 paia di scarpe, 800 metri di tela. Poi tranquillamente, facendo un giro strano intorno a Piacenza (per evitare i posti di blocco), se ne tornò sulle montagne.
Un giorno il Ballonaio fece evadere dal carcere di Borgonovo Val Tidone 18 suoi compagni. Quel giorno alcuni detenuti videro il Ballonaio che arrivava al carcere in mezzo a 2 carabinieri. Con molta tristezza tutti pensarono che fosse stato preso dai fascisti. Arrivati alla porta della prigione, i due carabinieri (finti) e il Ballonaio si misero a discutere col custode che non voleva aprire la porta perchè voleva vedere l'ordine di carcerazione scritto. Il ballonaio si stufò della discussione e vide che all'interno i carcerati potevano circolare nella stanza, allora tirò fuori un pugnale ed una pistola e li passò ai compagni detenuti dallo spioncino chiamandoli. Questi immobilizzarono il custode, si fecero dare la chiave e furono tutti liberati.
Il Ballonaio con un suo compagno volevano rapire un maresciallo tedesco per farsi dire da lui la parola d'ordine per entrare nella polveriera di di Ca' Trebbia. Seppero che il maresciallo andava sempre in una certa osteria alla fine del servizio, perchè gli piaceva una ragazza che lavorava nel locale. Così il Ballonaio ed i suoi amici si travestirono da tedeschi e andarono all'osteria. Il ballonaio entrò e gli altri aspettavano fuori. Ad un certo punto però il ballonaio uscì con il maresciallo tedesco ed un altro militare che lo tenevano fermo per le braccia. Allora un suo compagno chiamato Il Milanese fece partire una raffica sopra le loro teste. I due tedeschi spaventati mollarono la presa. Il Ballonaio corse dentro nell'osteria e si buttò a tuffo contro una finestra spaccando tutti i vetri. Il giorno dopo tutti erano disperati pensando che fosse stato catturato, quando, verso mezzogiorno ricomparve a Borgonovo con la massima tranquillità su un calesse.
Un giorno la Bionda di Voghera e due tedeschi avvistarono il Ballonaio su un ponte. La Bionda di Voghera era una ragazza giovanissima molto bella e molto malvagia, specializata nelle torture più raffinate nei confronti dei partigiani. Subito i tre uscirono dall'auto e la Bionda di Voghera sparò dei colpi in aria per fermare il Ballonaio, ma lui scappò sotto il ponte e poi nel cortile di un abitante della zona. Questi aveva un cane molto cattivo attaccato alla catena vicino ad un forno, Il cane continuava ad abbaiare e ringhiare. I tedeschi chiesero al proprietario se lì fose passato il Ballonaio e se si fosse nascosto nel forno. Lui disse che era impossibile perchè quel cane di sicuro l'avrebbe fatto a pezzi se si fosse avvicinato, tanto era cattivo. E così i tre se ne andarono amareggiati. Dopo un pò il padrone restò basito vedendo il Ballonaio tranquillo uscire dal forno e accarezzare il cane che si limitava a ringhiare senza fagli del male.




Pagina scritta in HTML da Attilio Bongiorni - Agosto 2009
bibliografia: Il Ballonaio di Ermanno Mariani - Edizioni Pontegobbo
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