Nino, in attesa di essere deportato in Germania aspetta in un piazzale polveroso pieno di rottami metallici.
Tutto intorno un cordone di soldati tedeschi armati. Il treno è fermo sui binari.
Ad un certo punto tra i rottami Nino vede che da una finestra si sta staccando un traversino metallico, lo prende facendo finta di niente e
riesce a farlo passare in una gamba dei pantaloni, quindi stringe la cintura per tenerlo fermo, nessuno se ne accorge, per fortuna.
Le SS fanno salire tutti sulla carrozza, ma prima perquisiscono tutti.
In quel momento Nino si sente spacciato, ma poi pensa allo strato di polvere che c'è sotto ai suoi piedi in quel piazzale,
forse dovuto al via vai dei mezzi cingolati.
Nino si mette una mano in tasca e fa scorrere il ferro in basso, sul braccio sinistro appoggia la sua giacca.
Il ferro cade dalla gamba dei pantaloni nella polvere e ne viene coperto completamente.
Arrivano i tedeschi e perquisiscono Nino che, quando deve alzare le braccia lascia cadere la giacca nella polvere proprio sopra al ferro.
Quando la perquisizione è terminata Nino raccoglie la sua giacca da terra ma nel far questo affonda le mani nella polvere e raccoglie
anche il ferro che ora è nascosto dalla giacca.
Tutti salgono sulla carrozza, c'è un caldo soffocante, il treno parte e corre verso un destino terribile.
Con il ferro Nino riesce a far saltare l'inferriata del finestrino della carrozza,
poi la tavola di legno del pavimento che arriva fin sotto al finestrino. Non bisogna far rumore, nino fa saltare i bulloni nell'istante preciso
in cui le ruote del treno toccano la congiunzione del binario, seguendo il ritmo del rumore classico del treno.
La carrozza ha ormai un varco sufficiente
Nino si lancia verso la libertà, rotola tra i cespugli e resta immobile. Il treno è ormai passato e corre verso la Germania.
Nino è nato in una famiglia antifascista di Fiorenzuola il 23 novembre 1921. È cresciuto e vissuto nel blocco delle case operaie
della Società di Mutuo Soccorso.
Nino Fagnoni è stato un partigiano ma anche un umanista e intellettuale senza aver studiato.
Franco Sprega, uno storico Piacentino così ne parla:
Ci sentiamo per telefono e qualche volta lo vado a trovare. La sua è una casa accogliente, con una piccola stanza adibita
a biblioteca. Lui legge di storia, geografia, religioni, astronomia e medicina. Ha fatto la quinta elementare, ma la sua passione
per il "conoscere" è sempre stata fortissima, come quella dei vecchi socialisti di inizio secolo. ha lavorato come
operaio cantoniere e muratore del Comune di Fiorenzuola. A distanza di decenni dal pensionamento, i geometri del Comune lo
chiamavano per risolvere alcuni dubbi sul sistema fognario e la rete dei canali sotterranei.
Ci ha lasciato poco tempo dopo la pubblicazione del suo libro I sentieri di un Partigiano.